Nel bel mezzo della Toscana, poco distante dalla celebre Torre di Pisa, si estende la Valle del fiume Era, affluente dell’Arno, dove fin dall’epoca etrusca sono sorti piccoli paesi che oggi formano i comuni di Pontedera, Ponsacco, Capannoli, Peccioli, Palaia, Chianni, Terricciola e Lajatico.  La loro posizione è sempre stata storicamente di grande rilevanza strategica. Soprattutto Pontedera, Ponsacco e Capannoli che si sono sviluppate prima come borghi fortificati e poi come importanti centri cittadini dediti ad intensi scambi commerciali ed economici. Numerose le pievi, i castelli e le ville settecentesche che testimoniano come queste colline fossero in passato meta prediletta per le fortificazioni e le dimore signorili.

La Valdera ha attraversato periodi di splendore e tranquillità alternati a momenti assai difficili e distruttivi. Con il medioevo è cominciata senza dubbio l’era più atroce, durata centinaia di anni, durante i quali si sono susseguite lotte, conquiste, sconfitte, razzie, che si accavallavano tra loro. Le contese tra città e città, quali Lucca, Pisa e Firenze, tra città e contado scoppiavano cruenti, repentine per cause addirittura banali, assurde, ma che per quel tempo rivestivano una capitale importanza. Ogni pretesto era l’occasione da sfruttare per ottenere il dominio assoluto di questo territorio così strategico, lungo la valle del fiume.

Curiosità sull’Era e cenni storici comune per comune:

Fiume Era (54 km): Sorge nelle vicinanze di Volterra e scorre nella valle, di paese in paese fino a Pontedera, dove si incontra con il fratello maggiore, il fiume Arno, per proseguire insieme il viaggio fino a Pisa e al mare.

Pontedera: Prende il nome dall’ultimo ponte sull’Era, ormai sparito a causa dell’alluvione del 1966, ma che si può ancora vedere sullo stemma del Comune. L’origine del paese potrebbe risalire ai tempi dei romani visto che la pianta del centro storico corrisponde al classico castrum romano. Diversi personaggi illustri della storia sono nati a Pontedera: un presidente della repubblica, un campione mondiale di box, un vincitore di San Remo e anche un artista rinascimentale, Andrea Pisano, famoso in tutto il mondo per i suoi capolavori artistici, alcuni dei quali sono oggi esposti nelle collezioni del National Gallery di Londra e del Louvre. Ma soprattutto a Pontedera è nata lei, la Vespa, la signora assoluta delle due ruote, la più amata e la più desiderata da intere generazioni. Un mito senza tempo che neanche la sua età di oltre sessant’anni riesce a scalfirne il fascino innato. Le sue linee morbide e sinuose, la melodia ritmata del suo motore, i suoi colori sono ancora di una bellezza assolutamente intramontabile.

Ponsacco: Il suo nome probabilmente viene da “pons salis”, essendo il sito del ponte sul fiume Era dove, per accedere alla strada per i campi di sale di Volterra, i mercanti dovevano pagare un pedaggio. Di origine etrusca è stato sicuramente un insediamento strategico per i collegamenti tra il porto di Pisa, con il suo sbocco al mare, e le colline del volterrano. La planimetria esattamente quadrilatera, scandita in reparti regolari e simmetrici, attraversata da vie dritte e strette, dette rughe, risponde esattamente ai più antichi canoni dell’urbanistica romana. In epoca feudale fu importante borgo agricolo alle dipendenze del Castello di Camugliano o di quello di Appiano. Questo paese vanta una curiosità, una torre pendente, il campanile neoclassico della chiesa parrocchiale, dell’ottocento, che pende per un errore fatto durante la costruzione. Ponsacco ospita la Mostra Permanente del Mobilio ed il Museo del Legno nella stessa sede, vicino al centro storico. Da secoli i paesani hanno fatto commercio di legno, poi nel dopoguerra si sono concentrati sul mobile, come proclama il cartello stradale di benvenuto: Ponsacco Città del mobile e dell’arredamento.

Capannoli: La derivazione etimologica del nome potrebbe riferirsi al latino “capanna”, in seguito modificata nel diminutivo “capannòle”. Probabilmente è stato un insediamento imperiale, ma i primi scritti che fanno cenno a Capannoli risalgono all’epoca medievale e attestano l’esistenza di un castello, il castello della Gherardesca, sulle cui rovine è stata successivamente costruita Villa Baciocchi, famosa per essere stata nell’800 la residenza della sorella di Napoleone, Elisa Bonaparte, moglie del conte Baciocchi. Ora la villa fa parte del patrimonio del comune e ospita il museo Zoologico con leoni, tigri, uccelli, per un totale i 14.000 animali da tutto il mondo, ed è anche il centro di Documentazione Archeologica della Valdera. Nel piccolo museo ci sono reperti dell’età preistorica etrusca e romana trovati nella zona: anfore, vasi, monete, anelli, punte di freccia, cippi funerari ecc. provenienti da tuttala Valdera. Splendido anche il parco della villa, commissionato dal conte a Bellincioni, in cui ci sono ben 160 specie botaniche diverse proventienti da tutto il mondo. Degna di nota è anche la località di Santo Pietro Belvedere, posta sulle colline sopra a Capannoli, dalla cui chiesa, costruita sui resti dell’antica rocca, si gode di un paesaggio mozzafiato.

Peccioli: Il suo nucleo sorgea 144 m di altitudine, tra le verdi colline. Il castello feudale di Peccioli viene attribuito a Castruccio Castracani, grande condottiero e costruttore di rocche in ogni territorio dove esercitò potere; è certo che l’imponente rocca pecciolese divenne fin da subito una delle più forti dell’intera valle dell’Era. Intorno alla rocca dovevano estendersi le mura del borgo con sei torri. Su una di esse, accanto alla pieve di San Verano dell’XI secolo, su disegno dell’architetto Bellincioni, nel 1885 venne edificato un insolito campanile, appuntito, dalle sembianze vagamente fiabesche. Di notevole fascino sono anche le antiche tipologie abitative del borgo: case-torri, vicoli e chiassi convergono verso il luogo dell’antica rocca presentando arcate e sottopassaggi davvero caratteristici. Oltre al borgo antico la Peccioli d’oggi ha tante cose interessanti da visitare: un parco preistorico con riproduzioni di dinosauri a grandezza naturale, tanti chilometri di percorso vita (piste ciclabili e pedonali), il museo archeologico, e poi il tranquillo museo delle icone russe.

Peccioli

Peccioli

Palaia: Il borgo di Palaia sorge a 240 m di altezza; il suo territorio comunale è compreso tra il corso del fiume Chiecina ad oriente e il corso del Roglio, principale affluente dell’Era, ad occidente. La sua origine risale all’epoca etrusca, come testimoniano i ritrovamenti di numerosi resti e tombe ipogee. I documenti scritti, però, fanno cenno all’Alto Medioevo con la presenza di un castello comprensivo di due parti: la Rocca ed il Borgo. La prima, dislocata nel punto più alto del paese, era molto grande, alta, quadrata e a tre piani, caratterizzata da due ponti levatoi che si aprivano sui fossi. Il suo territorio comunale, ricco di piccoli e suggestivi borghi antichi, rappresenta il centro di eccellenza del turismo verde dell’intera area della Valdera. La campagna di questo comune, i cui colli ospitano casolari, fattorie, ville e chiese, offre un ampio ventaglio di immagini ed inquadrature ricchi di colorature affascinanti, di architetture preziose, di solenni monumenti. E’ un territorio ancora vergine da ogni inquinamento e rigoglioso e florido di boschi incontaminati. I casolari e le fattorie che offrono ottimi vini e delicati oli extravergine di oliva elevano Palaia quale meta tra le più ambite dal turista, italiano e straniero, alla ricerca della toscanità, intesa quale espressione di sane e genuine tradizioni. Assolutamente da visitare la ben conservata Pieve di San Martino (III sec. d.C.) e alcuni piccolissimi borghi come Villa Saletta, Montefoscoli, San Gervasio e Toiano.

La Pieve di Palaia

La Pieve di Palaia

Chianni: Si trova a 284 mt di altezza, sospesa sul pendio della collina che divide la valle del fiume Fine da quella dell’Era. Il suo nome probabilmente risale a “Clivum”, che vuol dire “pendio”. L’origine è etrusca ma il paese è più che altro medievale, e l’importante castello è ormai perso fra le case e la chiesa della Piazza del Castello. Nel 1186 Chianni fu proprietà del potente vescovo di Volterra poi, nel 1193, fu sotto il controllo della repubblica di Pisa, ma nel 1288 gli abitanti giurarono fedeltà a Volterra, vale a dire a Firenze, con cui i volterrani erano alleati. Nello stesso anno però, Guido di Montefeltro attaccò e conquistò il castello di Chianni e i fiorentini tentarono più volte di riprenderne il controllo, ma senza esito. I chiannerini, a loro volta, essendo sempre in simpatia con i fiorentini, nel 1345 si ribellarono ai pisani, sotto la guida di un certo Benedetto Maccarone di Chianni. Il piano poi fallì e Maccarone fu costretto a bere il veleno che aveva preparato per lui il suo nemico pisano, Antilminelli. La caratteristica principale del borgo di Chianni stà nelle sue piccole strade tutte in salita incorniciate dai colori intensi dei folti boschi di lecci, salici, pioppi bianchi e castagni. Assolutamente affascinanti, dai panorami mozzafiato sono le strade di collina, in mezzo ai campi coltivati, che uniscono Chianni alla pianura della Valdera.

Terricciola (Città del Vino): L’antico borgo di Terricciola, di origine etrusca, sorge in una zona di bassa collina di natura tufacea, sull’estremità meridionale della dorsale che separa la valle del Cascina da quella dell’Era. E’ dominato dalla sua grande chiesa, come in passato aveva fatto il castello, sulle fondamenta del quale fu costruita. Terricciola prende il nome dalle tante torri che fin dal medioevo circondavano l’antico paese, oggi parzialmente distrutte. Si può ancora ammirare, però, l’antico cassero, la grossa costruzione medievale che ora fa parte dell’abside della chiesa di San Donato. Dalla centrale Piazza della Chiesa si accede ad un passaggio d’archi in muratura che porta ad una necropoli etrusca risalente al IV secolo a.C.: nove tombe a corridoio, fino a trenta metri sottoterra, con delle nicchie nello stile di Villanova e Populonia. Oggi Terricciola è rinomata per la produzione di fragole ma soprattutto per la qualità dei suoi vini. I suoi 500 ettari di terreni vitati, con prevalenza di vitigni “Sangiovese”, “Trebbiano”, “Malvasia” e “Ciliegiolo”, producono vini Chianti D.O.C.G., Chianti delle Colline Pisane D.O.C.G. e vini D.O.C. come il Bianco di San Torpé.

Lajatico: Di probabile origine longobarda come testimonierebbe il suffisso –atico del suo nome, è posto sulla sommità di una prominenza collinosa che separa la valle del fiume Era da quella del torrente Sterza. Il centro storico è un borgo splendido, con vie e vicoletti che sembrano essere fuori dal tempo, profumati di geranio e gelsomino. In epoca medievale c’era un imponente castello con cinta muraria, completamente smantellato dai fiorentini nel 1435, dopo una delle tante conquiste e riconquiste. Oggi, nel centro del paese, è visionabile la bella Torre Civica, la cui campana reca la data del 1351. Appena fuori dal borgo, su una collina incorniciata da vallate coltivate, troviamo il “Teatro del Silenzio”, dedicato al tenore Andrea Bocelli, nato e cresciuto proprio a Lajatico. Il teatro ospita un solo spettacolo all’anno, nel mese di luglio, con inizio all’ora del tramonto, quando i campi di grano della vallata si tingono d’oro e danno vita ad uno scenario unico al mondo, accompagnato da un profumato silenzio quasi surreale.

Il teatro del Silenzio di Lajatico

Il teatro del Silenzio di Lajatico