Tante volte mi sono chiesta quale potrebbe essere l’oggetto simbolo dell’italianità, quello che più di ogni altro sarebbe perfetto per rappresentare l’identità e lo stile italiani, dentro e fuori il Bel Paese; quell’oggetto cult che basterebbe osservare per qualche istante per riconoscere l’Italia di ieri, di oggi e di domani, attraverso un viaggio immaginario sospeso tra miti, leggende, passioni, personalità, tradizioni e tendenze. «Andrebbe inventato!», mi sono sempre detta cercando la risposta migliore alla mia domanda. Beh, oggi ho scoperto con grande meraviglia che qualcun altro, coltivando da anni i miei stessi pensieri, quell’oggetto l’ha ideato, creando un’opera d’arte straordinaria.2 Anteriore sx L’artista realizzatore è Giuseppe Pacini, un artigiano di Bientina (PI) che nella sua piccola bottega (Giuseppe Pacini) fa vere e proprie magie con il cuoio, mentre la creazione è il “vestito” di una Vespa PX  125 degli anni ’80 (proprio come la mia J).  «Nei primi anni ’50, dopo la grande guerra, la Vespa dette grande impulso alla ripresa economica …» mi confida Pacini durante la presentazione del suo gioiello al Museo Piaggio di Pontedera «… e quindi chi meglio di lei, in questo momento, poteva rappresentare l’Italia, ma anche spingere il Paese stesso e i giovani ad ingegnarsi per trovare la strada della rinascita?» Come dargli torto!!!

Con Giuseppe Pacini al Museo Piaggio il giorno della presentazione

Con Giuseppe Pacini al Museo Piaggio il giorno della presentazione

I dettagli di quest’opera sono stupefacenti. Ogni piccola parte della scocca è perfettamente rivestita di cuoio e pelle sapientemente lavorati , i cui colori caldi rendono l’effetto visivo davvero accattivante. La superficie liscia, poi, fa proprio venire voglia di accarezzare le sue morbide curve.  Sia il cuoio che le pelli al vegetale utilizzati da Giuseppe provengono esclusivamente dalle storiche concerie della vicina Santa Croce sull’Arno e dintorni. Un particolare unico, posto sul musetto anteriore, che salta subito all’occhio è la riproduzione fedele delle firme originali dei due padri della Vespa, Corradino D’Ascanio ed Enrico Piaggio.

Riproduzione delle firme di Corradino D'Ascanio e Enrico Piaggio

Riproduzione delle firme di Corradino D’Ascanio e Enrico Piaggio

Geniale, poi, l’applicazione di  piccoli grandi dettagli che ricalcano appieno lo stile tutto italiano: un succulento piatto di spaghetti, a simboleggiare l’amore per la cucina e la cultura del buon vivere; un reggiseno, quale testimonial dell’amore innato degli italiani per le donne (la mamma, la fidanzata, la moglie, la figlia, “l’amica”, la velina); un paio di calzini buttati così, sulle pedane, che ricordano il “caos” in cui l’italiano vive ogni giorno, nel quale solo lui riesce a navigare; la sella in coccodrillo, quale simbolo dell’indiscussa creatività della moda italiana; dulcis in fundo una farfalla colorata, simbolo di libertà, in tutte le sue sfumature. 4 Spaghetti5 Sella 6 CalzinoQuesto straordinario contributo al Made in Italy è stato gentilmente donato da Giuseppe Pacini  e dal Vespa Club Monte Serra (che ha fornito la Vespa PX da rivestire) al Museo Piaggio di Pontedera che lo ospiterà permanentemente appoggiato su un piedistallo rotante a 360°, per una visione completa di ogni particolare. 9 TargaCosì, da oggi in poi, a fare da cornice al mito Vespa ci sarà anche “Un Sogno made in Italy”.3 Sogno
Chissà se prossimamente Giuseppe realizzerà miniature di quello che lui stesso considera il lavoro più importante della sua carriera; sarebbe carino tenerne una in soggiorno o sulla mensola del camino. Intanto io mi tengo stretta la scatola porta fiammiferi in cuoio che da bambina ricevetti in dono proprio da Giuseppe Pacini e che da allora, ogni anno, scalda l’inizio dei miei inverni. Grazie Giuseppe.12 Portafiammiferi