Questo pomeriggio mi è venuta voglia di una bella merenda nostrana e rilassante. Così decido di  montare in sella alla mia Baby e di andare in direzione di Palaia, precisamente a Villa Saletta “Dar Giannini”, dove si mangia il prosciutto più buono del mondo e si beve il meglio ponce della zona. Dar GianniniQuesto piccolo “emporio” alimentare è una chicca della Valdera, non solo per le gustose prelibatezze locali che vi si possono trovare, ma soprattutto per l’atmosfera antica che vi si respira. Ogni oggetto d’arredo riporta ad almeno mezzo secolo fa, quando non c’era ancora il telefono nelle case e si veniva qui per telefonare o per ricevere le chiamate, perché era uno dei pochi telefoni pubblici della zona. Ancora oggi all’interno del locale c’è la cabina telefonica con il telefono installato nel 1960. “Quante volte ho visto entrare di corsa persone che si fiondavano nella cabina per rispondere alla tanto attesa telefonata di chissà quale parente o innamorato lontano!” Mi confessa candidamente il quasi novantenne Cav. Aldo Giannini, proprietario del locale. Ascoltare i suoi racconti tra un assaggio di profumato prosciutto e un sorso di fresco novello è un piacere inimitabile. Tutti i suoi ricordi sono legatissimi a questo bar-ristoro, poiché ci ha passato l’intera esistenza. Il locale, infatti, appartiene alla sua famiglia fin dalla sua apertura, il 1880.Dar Giannini
“Negli anni trenta la nonna Elisena mi portava con sé a Pontedera con il barroccino per fare le provviste per il negozio. Ci andavamo il mercoledì, nostro giorno di chiusura. Partivamo con 500 Lire e ci dovevano bastare per le derrate di tutta la settimana!” A sentire oggi questi racconti viene quasi da sorridere. Mentre mi affetta lentamente dell’altro prosciutto Aldo riprende il filo dei suoi ricordi. “Guarda quella foto” mi dice indicandomi uno dei tanti quadretti in bianco e nero attaccati ad una parete “Quel carro con i cavalli che vedi in mezzo alla fattoria di Villa Saletta è la corriera di quegli anni. Passava una volta al giorno e faceva sosta qui. Portava la posta dall’ufficio postale di Palaia. A quei tempi rappresentava l’evento del giorno, ecco perché c’è tutta quella gente intorno.” In effetti quella foto emana tanta di quella semplice umanità che scalda il cuore.

Con Aldo Giannini
Con Aldo Giannini

Intanto arriva Grazia, la figlia di Aldo, con la calorosa accoglienza di sempre. Mi abbraccia e butta lì la battuta del giorno. La sua innata simpatia è un altro valore aggiunto di questo posto. Carinissimo il suo grembiulino di oggi, sul quale c’è scritto ironicamente: “Versace”… un altro goccio di vino!
L’umorismo qui non manca di certo, anzi è osannato in tutte le sue sfumature. Basta osservare le tante targhette metalliche appese qua e là in tutta la stanza: “Chi ha furia c’ha proprio un bel cavallo”, oppure “Chi beve vino campa più del medico che glielo proibisce” e molti altri vezzosi motti di saggezza popolare.
Tra le tante cose curiose ci sono cimeli di ogni genere e di ogni tempo, come una bottiglietta di vetro con la pallina all’interno di una famosa gassosa degli anni cinquanta, le bottiglie di vecchi liquori ormai introvabili, il grande barattolo di vetro con le caramelle “d’orzo”, alcune fatture di acquisto dei primi del novecento, vecchie etichette,  iscrizioni, diplomi, documenti e tante antiche foto del borgo di Villa Saletta. E poi, tra tanta storia, c’è anche un documento recente ma non per questo meno prezioso: la nomina a Cavaliere rilasciata nel 2011 dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in persona ad Aldo Giannini, per la sua devozione al lavoro e per il patrimonio di tradizioni e saperi che ha sapientemente conservato tra le mura del suo negozio. Questo titolo il Giannini se l’è proprio meritato, soprattutto se si pensa che non ha mai chiuso il locale per ferie, come anche i suoi predecessori: sempre aperto, per la bellezza di 132 anni. “Beh, non è proprio corretto, abbiamo chiuso un giorno…” ci tiene a precisare Aldo “… appena finita la seconda guerra mondiale, giusto per festeggiare la liberazione d’Italia e di questo locale; i nazisti tedeschi, infatti, venivano qui tutte le sere per bere e fare baldoria, menomale che intorno a mezzanotte passava la ronda e se li portava via, almeno quello…”
Resterei volentieri ancora un po’ ad ascoltare i racconti di Aldo e le battute di Grazia, ma sta cominciando a calare il sole e vorrei farmi un giro nel borgo prima di rientrare. Così saluto i cari amici e vado a piedi su per il sentiero che porta al viale lastricato del centro ormai disabitato di Villa Saletta. Questo posto è davvero suggestivo.

Il forno del borgo di villa Saletta
Il forno del borgo di Villa Saletta

Mentre passeggio tra le case dagli antichissimi mattoni rivedo la vita del borgo ottocentesco. Immagino bambini che si rincorrono, contadini che stivano il grano nei grandi granai, il panettiere che sforna il pane dal grande forno all’aperto, i fabbri che torniscono attrezzi e ferri di cavallo, e i signori che fanno la loro entrata trionfale con carrozza e cocchiere.
Rimango qualche istante ad osservare la Torre dell’Orologio del 1200 in fondo al paese, e le due piccole chiese che si guardano silenziose e complici… E penso che non è un caso che illustri registri come i fratelli Taviani e Paolo Virzì abbiano scelto questo posto come scenario per alcuni loro film importanti.

Villa Saletta - La Villa signorile

Villa Saletta – La Villa signorile

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