Partendo da Pontedera, percorrendo circa 20 km in direzione est della Strada Provinciale delle Colline per Legoli, si arriva sulla cresta di una collina tufacea dove sorge un piccolo centro abitato chiamato proprio Legoli. In questo caratteristico e tranquillo borghetto si trova una vera e propria opera d’arte, il Tabernacolo del pittore Benozzo Gozzoli (Firenze 1420 – Pistoia 1497). Per la prima volta, nei giorni dal 19 maggio al 2 giugno 2013, sarà visitabile e reso accessibile attraverso le guide della Fondazione Peccioliper.
Presa dalla curiosità per questo evento straordinario oggi pomeriggio ho messo in moto la mia Baby e sono partita alla volta di Legoli per cercare qualche anticipazione curiosa.
Eccomi in viaggio. La strada in salita immersa nel verde incontaminato delle colline è affascinante e il cielo appena grigiastro rende l’atmosfera quasi surreale e… “antica”.
Per un attimo immagino addirittura di vedermi piombare davanti un cavaliere medievale in sella al suo fedele destriero. Invece incontro un gruppetto di pecore con tanto di grazioso agnellino in cerca del latte della mamma!
Ecco l’inizio del paese. Percorrendo a bassi regimi i suoi stretti vicoli raggiungo la chiesa della Madonna delle Grazie, detta “chiesa bassa”. Spengo e parcheggio la Vespa. Un naturale silenzio crea subito una piacevole atmosfera. Si sentono solo gli uccellini che cinguettano indisturbati.
Salgo su per una scalinata molto ripida. Di sicuro in alto c’è del bello da vedere. Infatti alla fine della scalinata si materializza un ampio cortile che si affaccia sullo straordinario panorama delle colline della Valdera, da dove, talvolta, è possibile vedere anche il mare.
Qui, sul punto più alto di Legoli, di faccia alla vallata, sorge l’antichissima chiesa dei SS. Giusto e Bartolomeo, detta “chiesa alta”.
Costruita in pietra arenaria ha la navata interna decorata con un ciclo di affreschi risalenti al 1300 circa. Ma Legoli è molto più antica. Dal ritrovamento del 1930 del corredo funerario di una tomba databile tra il III e il II secolo a.C. va da sé che i primi insediamenti in questi luoghi hanno una storia lunghissima.
Scatto qualche foto e scendo per raggiungere il Tabernacolo che si trova su un poggetto poco fuori dall’abitato. Dal 1822 si trova all’interno di una piccola cappella, l’Oratorio di Santa Caterina, edificato dai figli del pisano Alessio Della Fanteria per accogliere le spoglie del padre e preservare l’opera pittorica di cui certo anche allora si doveva comprendere l’eccezionale valore storico-artistico. Sulla porta d’entrata incontro Lara, una delle guide della Fondazione Peccioliper lì per fare un sopralluogo. Intuendo la mia curiosità mi permette di entrare all’interno insieme a lei per vedere in anteprima il Tabernacolo, fresco dell’ultimo restauro cominciato nel 2006. Interamente in muratura ha la parte inferiore a mattoni (poiché umidità e intemperie ne hanno cancellato definitivamente l’affresco), mentre sulla parte superiore i preziosi affreschi, uno per ognuno dei quattro lati, fanno bella mostra di sé.
Lara mi spiega che il pittore fiorentino Benozzo Gozzoli realizzò quest’opera in un breve intervallo di tempo, all’interno dei 16 anni trascorsi a Pisa, in gran parte nel cantiere del Camposanto Monumentale, precisamente nell’estate 1479, quando l’artista lasciò la città sull’Arno a causa di una pestilenza. Benozzo era allora nel pieno della sua maturità e godeva di una grande fama, consacrata venti anni prima, nel 1459, dalla realizzazione della sua opera più famosa, l’affresco con l’Adorazione dei Magi per la Cappella dei Medici nel palazzo di via Larga, oggi via Cavour.
In quei tempi il sentimento religioso era più diffuso e radicato e questo piccolo edificio di culto aveva la funzione di accompagnare il cammino terreno e spirituale dei fedeli, costituendo una tappa individuale e solitaria di riflessione per gli abitanti del luogo e per le persone di passaggio, oppure divenendo luogo di preghiera in occasione di feste e processioni. Di fronte al tabernacolo si accendevano lumi ad olio che dovevano rendere visibili queste strutture anche di notte, creando un’ulteriore suggestione.
Osservando attentamente gli affreschi s’intuisce facilmente la tematica del tabernacolo: la morte collegata alla peste, che in quel momento stava facendo molte vittime. Il tema è quello della piaga e della sofferenza, ciò che si ritrova nelle piaghe delle ferite di San Sebastiano e nell’incredulità di San Tommaso che tocca la ferita aperta del Cristo.
Quasi quasi soffro anch’io, immedesimandomi in quelle immagini così belle e realistiche. Ringrazio Lara per avermi concesso questo emozionante incontro solitario con l’arte e ringrazio la Valdera che ogni giorno mi regala sensazioni uniche e inaspettate.Per chi volesse visitare in Vespa Legoli e il Tabernacolo di Benozzo Gozzoli può prenotare il tour organizzato da Valdera in Vespa appositamente per l’occasione. Tutte le info al link Tour per le vie di Benozzo
22 Maggio 2013 at 2:40 PM
Interessante, andrò a visitarlo, grazie per le informazioni (bell’articolo!!)
Strano però, io sapevo che era rimasto a Legoli fino al 1480, sono andata a controllare anche su Wikipedia! E infatti proprio a Legoli il mese prossimo dovrebbero aprire un circolo culturale che si chiamerà LEGOLI 14.80 proprio in riferimento a questa data…
23 Maggio 2013 at 10:50 AM
Grazie Maria Luisa, sono contenta che quest’articolo ti sia piaciuto. Vale davvero la pena di farci un salto. Confermo la tua precisazione: Benozzo venne via da Pisa a causa della peste nel maggio del 1479 trasferendosi appunto a Legoli, dove restò fino al gennaio del 1480.